Partire per lasciarsi alle spalle il passato ed affrontare il futuro senza rimpianti. Cervasio rappresenta questo cambiamento, immaginando di andare incontro al futuro ma guardando indietro, uno sguardo che racchiude la consapevolezza e la voglia di affrontare un cambiamento, una evoluzione.
Una delle opere più importanti di Garofalo.
Duranti gli anni più floridi della sua vita lavorativa raccoglie e pubblica le opere più significative della sua carriera artistica.
Sceglie “le maschere” come copertina del suo primo libro “il cammeo di Gennaro Garofalo”.
Nel cammeo è raffigurata la storica battaglia tra Sabini e Romani per il dominio del territorio su cui sarebbe sorta la magnifica e millenaria città di Roma. Nella parte inferiore, incastonati nella struttura, sono presenti tre dei simboli più emblematici di Roma: la lupa, l’aquila e l’elmo di guerra.
Incisore: Agostino Centobelli.
Incisione a cammeo su conchiglia Cassis Madagascariensis (Conchiglia Sardonica)
Peso: 76,71 gr
Misura: 100 x 80 mm
Stile figurativo.
Sostegno: Pietra Ametista, appartenente alla famiglia dei Quarzi.
L’applicazione del ramo di corallo su una conchiglia, evidenzia i preziosi doni del mare, gioielli unici e bellissimi che la creazione della natura lascia come patrimonio straordinario da conservare e tutelare.
Chi di noi non ha pensato almeno una volta di essere ibernato per sfuggire alla morte o per allungare il corso della nostra vita?
Potremmo svegliarci in un’altra epoca e scoprire un modo diverso da quello che abbiamo conosciuto, un mondo nuovo. E così, Cervasio, si ritrova a guardare una donna che sta per risvegliarsi dalla sua ipotermia.
“L’evoluzione delle specie” è il titolo che Charles Darwin diede al suo studio sulla genetica. “Origin” di Dan Brown traccia un quadro fosco dell’evoluzione del genere umano. Cervasio, a modo su rappresenta quello che potrebbe essere il futuro, una completa integrazione tra uomo e macchina fin dalla gestazione. Segnali dal futuro, indicano una modifica del DNA in funzione dell’elettronica.
Nel 1988 ci fu un alluvione devastante a Bangladesh e una della immagini del tempo ispirò Francois Loffredo che chiese a Guglielmo Ganeri di dedicarle una scultura.