Il presepe napoletano affonda le sue origini nel mondo esotico, mitologico, mistico della tradizione popolare di Napoli. La sua rappresentazione simbolica proviene dalle leggende, le sue credenze, le usanze napoletane incentrate sulla Natività ed i suoi rituali. “Gli esseri umani si dividono in presepisti ed alberisti e questa è una conseguenza della suddivisione del mondo in uomini d’amore e uomini di libertà.” Luciano De Crescenzo – Cosi parlò Bellavista.
La tradizione del presepe napoletano inizia da molto lontano, da luoghi fisici come San Gregorio Armeno e ogni anno giunge misteriosamente nelle nostre case.
«Te piace ‘o presebbio ?» è il tormentone che Lucariello rivolge al figlio Tommasino in «Natale in casa Cupiello» la celebre commedia teatrale tragicomica di Eduardo De Filippo e che bene incarna la tradizione del Presepe Napoletano: il presepe artigianale, quello fatto in casa che mette in scena pastori, personaggi e significati pregnanti.
La passione per la tradizione del corallo sono state la guida per la collezione Loffredo, dove Guglielmo Ganeri ha potuto realizzare le figure ispirate al Presepe e non solo.
Nel 1988 ci fu un alluvione devastante a Bangladesh e una della immagini del tempo ispirò Francois Loffredo che chiese a Guglielmo Ganeri di dedicarle una scultura.
Ispirato da una scultura di Frank Kuman, Cervasio ridetermina l’incontro, all’interno del ventre materno di due vite che potrebbero essere concepite insieme o soltanto uno, l’altro sarà vittima della natura. Solo la chiave dell’amore utilizzando la serratura del tempo potrà determinarne il risultato.