Il presepe napoletano affonda le sue origini nel mondo esotico, mitologico, mistico della tradizione popolare di Napoli. La sua rappresentazione simbolica proviene dalle leggende, le sue credenze, le usanze napoletane incentrate sulla Natività ed i suoi rituali. “Gli esseri umani si dividono in presepisti ed alberisti e questa è una conseguenza della suddivisione del mondo in uomini d’amore e uomini di libertà.” Luciano De Crescenzo – Cosi parlò Bellavista.
La tradizione del presepe napoletano inizia da molto lontano, da luoghi fisici come San Gregorio Armeno e ogni anno giunge misteriosamente nelle nostre case.
«Te piace ‘o presebbio ?» è il tormentone che Lucariello rivolge al figlio Tommasino in «Natale in casa Cupiello» la celebre commedia teatrale tragicomica di Eduardo De Filippo e che bene incarna la tradizione del Presepe Napoletano: il presepe artigianale, quello fatto in casa che mette in scena pastori, personaggi e significati pregnanti.
La passione per la tradizione del corallo sono state la guida per la collezione Loffredo, dove Guglielmo Ganeri ha potuto realizzare le figure ispirate al Presepe e non solo.
La particolarità di questa incisione a cammeo è data dalla possibilità di guardare l’oggetto anche capovolto.
I due estremi della nostra esistenza sono rappresentati dal feto e dal teschio, dalla nascita alla morte.
Soggetto rappresentante il peccato che commisero i propri primogenitori, Adamo ed Eva. Vollero decidere da sé, tra il bene e il male ricevettero amare conseguenze, trasmettendo a tutta l’umanità il peccato, la vergogna e la morte.
Tutte le conoscenze che abbiamo ottenuto, alla fine, non ci rendono liberi, hanno innalzato muri immaginari intorno a noi costruiti con i mattoni delle regole. Tutte le informazioni che riceviamo da media e social non ci fanno vedere la realtà per quella che è.